1799, Gli alberi della libertà a Vico Equense.


1799, un anno di grandi fibrillazioni e smottamenti, sia  politici che culturali. Gli ideali di libertà ed uguaglianza nati con la rivoluzione francese, avevano conquistato le coscienza di studiosi e pensatori napoletani, che posero le basi per la Repubblica Partenopea. La corte borbonica che in quegli anni non brillava certo per iniziativa ed intuito,  rimase sorpresa dalla sollevazione popolare e alle prime rappresaglie, si vide costretta a lasciare il Palazzo Reale di Napoli e a darsi alla fuga. A Vico Equense così come nel resto delle province, le nuove Municipalità, a simbolo della loro vittoria eressero: "gli Alberi della Libertà". Sulle colline vicane, questi alberi che erano la vera bandiera della rivoluzione da sventolare contro gli antichi sovrani e i soprusi subiti dai signorotti locali, vennero impiantati a:

°Moiano ( nella piazza antistante la Chiesa di San Renato Vescovo)



°Ticciano ( nel largo al lato destro della Chiesa di San Michele Arcangelo



°Preazzano ( difronte alla Chiesa di Sant' Andrea Apostolo)



° Massaquano ( nella piazza San Giovanni Battista)


Ma i moti rivoluzionari, superati i primi momenti in cui il popolo si schiera dalla parte del cambiamento, nelle fasi successive se non si riesce ad affrontare riforme che portino ad un immediato benessere sono destinate a fallire. E ciò avvenne anche con la Rivoluzione Partenopea, che si vide costretta a soccombere al ritorno delle truppe sanfediste comandante dal Cardinale Ruffo. Un fallimento, dovuto anche alla solita incapacità dei benpensanti di comunicare  con le  classi popolari e meno istruite, e di non ascoltare quanti come Monsignor Natale e Luigi Serio si dannavano per trovare gli strumenti di lettura adatti per da far percepire a tutti il messaggio rivoluzionario.
Il the end a Vico Equense,  tra i repubblicani ed i fedeli al Re Borbone, avvenne nella centrale Piazzetta Croce.

Numerosi rivoltosi persero la vita, mentre altri come Monsignor Natale, vennero imprigionati, per poi essere impiccati a Piazza del Mercato a Napoli. 

Nei mesi successivi i sanfedisti vicani provvidero a sostituire i vecchi alberi della libertà con delle croci di legno ( oggi visibili in materiale tufaceo) . Al Largo dei Tigli, la croce innalzata " per la pace con i regnanti" è il vessillo finale della restaurazione borbonica.


😎Pm.

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#scaccia😎

Fonti:
✏️ Momenti del 1799 in Penisola Sorrentina di Maria Ferraro.
✏️ Le colline dell' obbedienza di Vincenzo F. R. Esposito.
✏️ Racconti orali.

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