Il DISASTRO DEL BALVANO.
Il grano, il formaggio, la carne. In Basilicata il cibo costava di meno. Molto di meno. Ecco perché in tanti da Sorrento, Massa Lubrense, Piano, Meta e Vico, decisero di prendere quel treno. Dalla stazione di Napoli per raggiungere Potenza. E’ il marzo del 1944, la guerra è nelle sue fasi più cruenti, le forze alleate incalzano i nazifascisti e solo i coraggiosi trovano il coraggio di avventurarsi in un viaggio simile. L’ 8017 non è un treno passeggeri, ma la gente vi saliva comunque. Era la prassi approfittare del “passaggio” delle locomotive addette al trasporto delle merci.
Quel viaggio lo avevano fatto già parecchie volte e nessuno di loro poteva di certo immaginare quello che sarebbe successo di lì a poco. Alle due di notte, nella galleria “delle Armi” a Balvano, la corsa del treno si fermò e il monossido di carbonio divenne un criminale senza scrupoli né pietà. Seicento vittime, o forse anche di più. I soccorsi arrivati solo diverse ore, non poterono far altro che contare quei corpi ammassati lungo i binari. Pochi si salvarono e tra quei pochi in tanti negli anni successivi soffrirono di seri disturbi cerebrali.
Nella galleria “delle Armi”, si consumò quello che è definito “il più grave incidente ferroviario per numero di vittime accaduto in Italia e uno dei più gravi disastri ferroviari della storia”.
Anna Orbino in Esposito da Meta, Nicola Fabiano partito invece da Massa Lubrense, Antonino Martorelli da Sant'Agnello, Pasquale Ioviero, Salvatore Gargiulo, Mario Russo e Antonino Valcaccia da Piano, Edmondo Betti, Salvatore Gargiulo, Salvatore Luna da Sorrento. Sono i nomi degli eroi della nostra comunità e a Meta una lapide che si sta sbiadendo, prova strenuamente a mantenerne vivo il ricordo.
Pm.😎
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