L' impresa di Manhés e Barbarà.
Capri, 3 Ottobre 1808, le truppe di Gioacchino Murat hanno circondato le terme di Tiberio, dove gli inglesi stanno organizzando l' ultima strenua resistenza. Il loro colonnello, Hudson Lowe, si vide quindi costretto ad innalzare la bandiera "parlamentaria" per dare così inizio alle trattative di resa con il generale francese Lamarque.
Lowe, col patto di non muover guerra alla Francia, Napoli e la Spagna, per un periodo di un anno, ottenne che la sua guarnigione fosse trasportata in Sicilia e lasciata in libertà.
Accordi però che per essere definitivi, bisognava far ratificare al Re di Napoli, Gioacchino Murat, che in quel momento si trovava a Massalubrense presso Villa Doria all' Annunziata, da dove, facendo la spola con la zona della Punta della Campanella, osservava l' evolversi della battaglia.
Quando si rese conto che dal porto di Capri, un’ imbarcazione francese con la bandiera “parlamentaria” issata sull’ albero di poppa, stava prendendo il largo, si precipitò alla Marina della Lobra.
Qui dopo aver letto le condizioni sottoscritte dal suo generale, scosse la testa, e rivolgendosi al giovane ufficiale Manhés esclamò :
(*1)
-"No, così è impossibile, ora voi andate a dire al generale Lamarque che io non firmo la sua capitolazione: Hudson Lowe non merita simili concessioni. Egli si è lasciato sorprendere e battere in una posizione che denominava la sua piccola Gibilterra, dove si dichiarava invincibile e si proclamava inattaccabile. Bisogna che si dia prigioniero con altre condizioni. Voi lo direte in nome mio al generale Lamarque, e se non si affretta ad accettare, date l' assalto senza un minuto di ritardo".
Durante questi attimi concitati, il mare si era agitato di molto, e tutti i soldati erano concordi nel dichiarare impossibile la traversata. Murat allora si rivolse ancora una volta a Manhés :
(*2) -"Colonnello, se trovate dei marinai che volessero rischiare il viaggio, questo mare così grosso,
v' impedirebbe di partire?".
Manhés rispose con la spavalderia dei vent’anni: “ Nessuna tempesta potrà fermarmi. Sono a vostra disposizione come sempre”.
Murat andava avanti e indietro sulla scogliera della Marina della Lobra, gli servivano urgentemente un pilota e qualche uomo, per far partire un imbarcazione alla volta di Capri.
Ma le onde troppo alte, e il vento forte di maestrale, avevano scoraggiato i marinai presenti.
Sull' isola, Lamarque in attesa delle direttive del Re, osservava preoccupato, il sopraggiungere di altre navi inglesi provenienti da Ponza.
D' un tratto, quando le speranze erano finite, al cospetto del Re, si presentò un capitano di nome Barbarà, che insieme a quattro uomini, saltò sulla prima barca di pescatori requisita sulla spiaggia.
Giunta fuori allo scoglio del Vervece, la piccola imbarcazione sembrò scomparire nella furia del mare.
Numerosi curiosi dal molo della Lobra, osservavano con trepidazione la traversata di Manhés e Barbarà.
Quando l’ approdo di questo equipaggio improvvisato divenne certo, alla marina di Massa sì brindò all’ impresa riuscita, ed i festeggiamenti coinvolsero anche Gioacchino Murat.
Fonte e dialoghi (*1) (*2):
• Storia dei Borbone di Napoli di Alexandre Dumas.
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