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Il Titanic e Sorrento.

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Sembra incredibile ma il disastro del Titanic ha toccato da vicino anche Sorrento. M. A.  Musmanno governatore militare alleato della Penisola Sorrentina, nel suo libro "La guerra non l' ho voluta io", riporta come l' intera vicenda turbò e non poco tutta la nostra città. Tra le migliaia di vittime del Titanic vi era infatti John Jacob “Jack” Astor IV, proprietario del Waldorf- Astoria Hotel di New York. Jacob detto “JACK” è  il cugino di William Waldorf Astor , il celebre miliardario che anni prima, aveva acquistato proprio a Sorrento la splendida VILLA che oggi è conosciuta come VILLA TRITONE. È la primavera del 1915, Jack ha da poco sposato una giovanissima Madeleine Force .  Il loro matrimonio occupa subito le prime pagine dei principali rotocalchi mondiali. Lui divorziato e con un patrimonio immenso, lei di trentatré anni più piccola ma già tra le protagoniste delle notti mondani delle corti europee. I due dopo un lunghissimo viaggio di nozze, per

1943, Gottola out-of-bonds.

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1943 Gottola out-of-bonds. Zona interdetta dalla Military Police, spaccio di whisky, prostituzione, incontri di boxe clandestina,regolamento di conti tra bande locali e soldati, furti e omicidi. Il Rione Gottola nel 1943 è la sceneggiatura perfetta per una puntata di Peaky Blinders. In penisola sorrentina c'è stato un cambio della guardia, i tedeschi sono scappati e al loro posto ora ci sono le truppe alleate, inglesi, americani, scozzesi e irlandesi. La maggior parte formate da giovani soldati, che dopo lunghi periodi passati sui campi di combattimento, hanno voglia di divertirsi. E per soddisfare questa domanda, a Sant' Agnello si aprono numerosi bar Questi locali si trovano lungo il Corso Italia: Il Piccadilly al n°38 Il Bristol al n°46 il Washington al n°50 l’ International al n° 72/74. Ma i soldati cercano anche altro. Vogliono bere del whisky a buon mercato e soprattutto delle belle "segnurine" con le quali trascorrere la notte. E questo lo possono t

Bologna: A casa di Lucio.

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Bologna, 31 gennaio 2021, casa di Lucio Dalla.                          Odore di sigaretta nell’ aria. Accese e mai aspirate. Che strani quei quadri appesi al muro. Arabi, donne, ragazzi. George Weah con una mucca. E quanti ricordi ammassati in una valigia piena di terra. Luce soffusa. Soffitto alto. Una madonna osserva la scena. La macchina da scrivere sembra muoversi. Come l’ esibizionista vicino alla porta.  Lancio le carte sul tavolo. Bestemmio al destino.                          Fotografie su fotografie. Libri su libri.  Il Tapiro, un paio di Telegatti. Altri premi. Il guanto di Padre Pio rinchiuso in una cornice. Chiedo perdono. Poi bevo del vino.  Lucio dovrebbe rincasare a momenti. Lo aspetto nella stanza del cinematografo. “Matrix” è appena terminato. Sta per iniziare la “Tigre e il dragone”. Giocattoli in fila sul tappeto. Il dipinto di Caruso mi tiene compagnia e mi ricorda Sorrento. Dove per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino. Mio padre faceva il contrabban

La Samp e Il tricolore festeggiato a Puolo.🇮🇹

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Che Sampdoria. E che vittoria. Campione d' Italia davanti al Milan degli olandesi e al Napoli di Maradona. È il 19 maggio del 1991, battendo il Lecce, la squadra allenata da Boskov porta il tricolore a Genova per la prima volta sulla sponda doriana. In rosa giocatori come: Pagliuca, T.Cerezo, Pietro Vierchowod, Attilio Lombardo, Marco Lanna e i gemelli del gol Vialli e Mancini. Uno scudetto storico che alcuni di quei calciatori decisero di festeggiare a Puolo. Tra giugno e luglio infatti si ritrovarono qui, alla trattoria St.Raphael, a brindare ad una vittoria che li aveva consegnati alla storia del calcio italiano. * Nota: Sto cercando di risalire ai nomi di tutti i giocatori della Sampdoria che festeggiarono lo Scudetto a Puolo. Chi ha maggiori informazioni oppure magari ha foto di quel giorno mi può contattare? Ne sarei contento, come Fabio Fazio il 19 maggio. Pm.😎 https://peppemarescatuttoattaccato.blogspot.com #scaccia😎  🧐 Fonte: ✒️Petrapoli_Dove  batte il cuor

Sorrento: La Cappella di Santa Fortunata.

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Mi trovo ai Bagni della Regina Giovanna a Sorrento, alle spalle mie e della signorina Mosca, quello che resta dell' ingresso alla cappella di Santa Fortunata. Alcuni documenti ci consentono di stabilire che la costruzione esisteva già nel 1400. Nelle vicinanze della cappella, vennero rinvenute tre tombe ("appartenenti ad una coppia di adulti e un bambino"). Secondo diverse fonti storiche, erano i corpi dei fondatori della cappella stessa o dei proprietari dell' intera area. Nelle zone sottostanti, sono state scoperte anche altre sepolture, che invece sono state attribuite ai contadini e alla servitù che lavoravano in queste terre.  Successivamente, la cappella venne abbandonata,  e il culto di Santa Fortunata  trasferito nella nuova chiesa della Madonna del Rosario, fatta erigere nel 1630, nell' attuale Piazzetta Capo, dall' Arcivescovo Mons. G. Angrisani. Anche questa chiesa, in cui i sorrentini vi si recavano per chiedere la grazia dalle invasion

Sorrento: La Rufola, baluardo dell' antifascismo.

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Tutti, ma proprio tutti. La Rufola al Capo di Sorrento, negli anni delle repressioni e in quelli bui della seconda guerra, accolse dal 1925 in poi i più grandi intellettuali antifascisti. Ospitati da Giuliana Benzoni, in questa villa si riunirono tra gli altri: Gaetano Salvemini, Nello Rosselli, Stefan Zweig, Giorgio Amendola, Umberto Zanotti Bianco, Massimo Gorki, Umberto Morra di Lavriano e Luigi Albertini.  E Viva Tedesco nell' introduzione del libro di Giuliana Benzoni - Una vita ribelle - pone un ulteriore accento sull' importanza di questo luogo: " (....) Se vi furono delle radici che permisero al fragile mondo spezzato dal fascismo di sopravvivere, queste sono testimoniate dalle azioni degli anni successivi, dall’opera svolta alla villa de la Rufola, nascosta tra l’ oro dei limoni di Sorrento, nelle cui sale, silenziose e protette, si incontravano gli amici antifascisti, in vacanza dalla politica, non dagli ideali, chiusi nel guscio di un antifascismo

Sorrento: Le parole di Lucio, l' arte di Jorit.

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Per me Jorit ora può anche non dipingerlo il volto di Lucio Dalla. Perché scegliendo di scrivere sulla parete il testo della canzone "Se fossi un angelo.." ha dato un senso molto più profondo all' opera che verrà. Questo infatti è forse tra i brani più sovversivi del cantautore bolognese. Perché è un pugno in faccia al perbenismo. Un gancio in pieno volto a chi pensa di essere più furbo degli altri. A chi davanti alle persone in difficoltà gira lo sguardo dal lato opposto. A chi indossando una "veste" il giorno della processione, si crede assolto sempre e comunque. Ma "Se fossi un Angelo.." è anche altro. È una sveglia. È un invito a prendere finalmente consapevolezza di stessi. E a lottare per difendere la propria unicità. Contro tutto e tutti. Senza paura. E senza piegarsi. Vada come vada. Pm.😎 #scaccia😎 @peppemarescatuttoattaccato 💣❤️ @jorit #jorit #icoloridilucio #sorrento #scaccia😎 @icoloridilucio #streetart #siamonoi #💣❤️

Maiori: Gigino ‘e Cacariello e l' operazione "Avalanche".

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Spiaggia di Maiori, 9 settembre 1943. Gigino ‘e Cacariello si è appena svegliato. Come al solito si era addormentato dietro ad una barca tirata a riva. Indossa la giacca che un militare tedesco ha abbandonato nella fuga del giorno precedente. I soldati americani sono già in spiaggia. Gigino li guarda, è spaventato, non si ferma all’ “Alt” e inizia a scappare. La divisa tedesca non gioca certo a suo favore. Lo colpiscono. Gigino si accascia al suolo. E’ ferito. Quando i militari si accorgono che non si tratta di un pericoloso nemico lo portano subito al punto di soccorso. Luigi Della Pietra, questo il suo vero nome, se l’ è vista davvero brutta. Ma fortunatamente avrà una storia a lieto fine da raccontare . Intanto comandati dal colonnello William D. Darby, gli uomini del 1°, 3°, 4° battaglione Ranger, proseguono le manovre di sbarco.  L’ operazione “Avalanche” è iniziata.  Pm.😎 @peppemarescatuttoattaccato #scaccia😎 https://peppemarescatuttoattaccato.blogspot.com/ 🕵️ Fon

Scala: I D' Afflitto e la Basilica di Sant' Eustachio.

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Ricchissimi. I D' Afflitto tra il XI sec e il XII si possono tranquillamente paragonare agli Agnelli dei giorni nostri. Per potere e patrimonio. Possedevano terre e ovunque, tra la costiera amalfitana, Napoli, Puglia e la Sicilia. Basti pensare che l' attuale Villa Rufolo a Ravello era di loro proprietà. Tra i fondatori dell' Ordine dei Cavalieri di Malta, I D' Afflitto  sostenevano di essere i discendenti diretti di Sant'Eustachio. Tanto da adottare nello stemma araldico i simboli del Santo: il cervo e una croce.  A Scala che in quegli anni costituiva il centro nevralgico della Costiera, per il Santo di "famiglia" costruirono con uno stile che strizza l' occhio alle costruzioni arabe, una Basilica enorme, considerata tutt'ora tra le più grandi Basiliche (private) del Sud d' Italia. Poi negli anni successivi quel mondo nel quale avevano costruito le loro fortune cambiò in maniera repentina. E i D' Afflitto furono trascinati drit

Il commercio del ghiaccio e la Madonna della neve.

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Oggi è facile avere del ghiaccio a disposizione. Ma una volta era un privilegio riservato solo ai nobili. E inoltre non è che era così semplice produrlo. Durante l' inverno infatti si provvedeva a raccogliere la neve in delle grandi fosse. Ed infine a ricoprirla con diversi strati di foglie e di terra. Nel 1571 sul Monte Faito esistevano ben ventidue di queste fosse. Appena arrivava un ordine d' acquisto, la neve veniva stipata in sacchi di juta (poi caricati sui muli) e trasportata fino alla Marina di Vico. Qui nei depositi dell' Arrendamento della neve di Napoli ( l' ente che gestiva questo commercio) i dipendenti ". .. pesavano la neve in piatti di bilancia bucati, per far defluire l'acqua in eccesso *1".  Dopodiché a gran velocità i sacchi partivano a bordo di gozzi e feluche verso il porto di Mergellina. Ma i "nevaioli" oltre ai problemi legati alle condizioni atmosferiche (inverno caldo, piogge eccessive, maltempo di mare etc)