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Quando Einstein scrisse a Croce.

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📝 1944, a Villa Tritone viene recapitata una lettera di Albert Einstein per Benedetto Croce.📬 La teoria della relatività lo aveva consacrato a rockstar planetaria. Albert Einstein girava quindi il mondo presenziando questo o quel congresso ed il suo parere veniva richiesto anche al di fuori dall’ambito scientifico. Per molti intellettuali infatti Einstein “era il vero filosofo” del novecento. Contro questa affermazione, si scagliò ben presto Benedetto Croce, un duro e puro del mondo filosofico. Rigido nelle proprie convinzioni e poco incline alle invasione di campo, riteneva: “che gli scienziati dovessero fare il loro mestiere – cioè «maneggiare e classificare» – senza intromettersi in faccende riguardanti la filosofia e il «vero».  E queste sfide dialettiche, continuarono negli scambi epistolari che Croce ed Einstein si scambiarono. Botta e risposta, restando sempre su posizioni diverse. Poi, e siamo agli inizi degli anni trenta, il mondo viene stravolto da Hitler e ...

Stefan Zweig a Sorrento.

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Stefan Zweig aveva un difetto. Era intelligente. Troppo. E ne aveva anche un altro. Sognava un mondo giusto. Troppo. Oppositore delle dittature. Dei nazionalsocialismi, delle camicie nere e dei grandi e piccoli dittatori. Scrittore, poeta, giornalista, drammaturgo. Sintetizzare chi era Zweig non è per nulla semplice. “Pacifista”. Sì, forse questo è l’ unico sostantivo che secondo me riesce a descriverne ( in parte ) la sua essenza. Perchè Zweig pacifista lo era stato dal primo minuto. Anzi, dal primo conflitto mondiale.   « Inerme e impotente, dovetti essere testimone della inconcepibile ricaduta dell'umanità in una barbarie che si riteneva da tempo obliata e che risorgeva invece col suo potente e programmatico dogma dell'anti-umanità ». Così, allo scoppio della grande guerra, descrisse il suo stato d’animo. Ma inerme ed impotente non riuscì evidentemente a starsene. Prese posizioni. Sempre e comunque. Anche negli anni più bui della scalata al potere di Hitler. “ Zw...

LA REPUBBLICA È STATA "CONCEPITA" A SORRENTO.

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Il 2 giugno del 1946,  il 78% gli elettori della circoscrizione Napoli-Caserta (che comprendeva Sorrento) si erano espressi a favore della monarchia. Quando alle quattro e trenta del 5 giugno venne annunciato l'esito del referendum e la vittoria della Repubblica, non mancarono le manifestazioni di dissenso. A Napoli  la  protesta organizzata per il giorno undici dai monarchici finì in maniera tragica. Negli scontri con la Polizia a Via Medina, morirono undici manifestanti e oltre un centinaio furono trasportati in ospedale con ferite più o meno gravi. Anche a Sorrento, come riportato dal "Corriere", qualche giorno dopo e precisamente il 16 giugno alle ore 18: " centinaia di pescatori del rione Marina Grande, bandiera sabauda in testa, muovevano in corteo verso le principali arterie cittadine manifestando al grido di Viva il Re e Viva Casa Savoia la loro devozione alla monarchia. Al gruppo si univano lungo il percorso parecchi cittadini del cen...