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Il commercio del ghiaccio e la Madonna della neve.

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Oggi è facile avere del ghiaccio a disposizione. Ma una volta era un privilegio riservato solo ai nobili. E inoltre non è che era così semplice produrlo. Durante l' inverno infatti si provvedeva a raccogliere la neve in delle grandi fosse. Ed infine a ricoprirla con diversi strati di foglie e di terra. Nel 1571 sul Monte Faito esistevano ben ventidue di queste fosse. Appena arrivava un ordine d' acquisto, la neve veniva stipata in sacchi di juta (poi caricati sui muli) e trasportata fino alla Marina di Vico. Qui nei depositi dell' Arrendamento della neve di Napoli ( l' ente che gestiva questo commercio) i dipendenti ". .. pesavano la neve in piatti di bilancia bucati, per far defluire l'acqua in eccesso *1".  Dopodiché a gran velocità i sacchi partivano a bordo di gozzi e feluche verso il porto di Mergellina. Ma i "nevaioli" oltre ai problemi legati alle condizioni atmosferiche (inverno caldo, piogge eccessive, maltempo di mare etc) ...

Evviva la Jolanda.

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"Pane e stoccafisso a chi urla: Evviva Jolanda". La concorrenza con la " Mafalda " è serrata, una volta quando si navigava sotto la stessa bandiera della " Partenopea ", non c'era questa competizione. Ma ora per la tratta, Napoli-Cassano-Capri, bisogna accaparrarsi fino all' ultimo passeggero. E visto che il  biglietto costa uguale, ecco l' idea geniale che sposta gli equilibri; un dirigente della Jolanda, gira per la Marina di Cassano, promettendo: "pane e stoccafisso" , a chi, con il sopraggiungere dei viaggiatori sulla banchina, gridi il nome della nave. Una strategia pubblicitaria che, sembra dare i sui frutti, attratti dallo slogan urlato, molti passeggeri sembrano in effetti preferirla alla Mafalda. E il pane e stoccafisso, diventa in poco tempo, una merenda fissa tra gli abitanti della Marina di Cassano. Tuttavia, spinto dal desiderio di ricevere  una pietanza più prelibata, un pescatore si spinge olt...