LE OCHE DEL CAMPIDOGLIO


390 a.C, I Galli del feroce Brenno, hanno messo a ferro e fuoco la Capitale dell' Impero. Roma sta capitolando. Gli ultimi rimasti, si sono rifugiati fin sopra al  Campidoglio, difendendosi sul Colle, che ai loro occhi, sembra una fortezza inespugnabile. Un passaggio segreto, scoperto per caso, ed i Galli stanno per infrangere l' ultima resistenza. Sembra fatta, è notte inoltrata, i romani sfiancati, hanno abbassato la guardia e se ne sono andati a dormire non aspettandosi di certo un attacco alle spalle. Solo le oche, sono rimaste vigili, e appena scorgono gli uomini di Brenno avvicinarsi, iniziano a strepitare a più non posso. Il soldato capitolino: Marco Manlio,  sobbalza dal letto. 
Idossata l' armatura, si precipita sul luogo da cui provengono gli schiamazzi, e: " (....) con un colpo di scudo ricacciò giù dal pendio un nemico che era già riuscito a raggiungere la sommità dell'erta e travolse quelli che gli venivano dietro. E poiché si aggiunsero gli altri, i Galli vennero allontanati con lancio di frecce e pietre, e precipitarono".
Le oche, unici animali, ad essere scampati alla brace degli affamati romani ( e solamente perché sacre alla dea Giunone) con il loro "vociare", furono determinanti a salvare la Città eterna dall' invasione.

Pm. 😎
#scaccia😎
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✒️Fonte:
Racconti di Tito Livio.

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