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4 Marzo, Casa di Lucio Dalla.

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Bologna, 4 marzo 2021, casa di Lucio Dalla.                          Odore di sigaretta nell’ aria. Accese e mai aspirate. Che strani quei quadri appesi al muro. Arabi, donne, ragazzi. George Weah con una mucca. E quanti ricordi ammassati in una valigia piena di terra. Luce soffusa. Soffitto alto. Una madonna osserva la scena. La macchina da scrivere sembra muoversi. Come l’ esibizionista vicino alla porta.  Lancio le carte sul tavolo. Bestemmio al destino.                          Fotografie su fotografie. Libri su libri.  Il Tapiro, un paio di Telegatti. Altri premi. Il guanto di Padre Pio rinchiuso in una cornice. Chiedo perdono. Poi bevo del vino.  Lucio dovrebbe rincasare a momenti. Lo aspetto nella stanza del cinematografo. “Matrix” è appena terminato. Sta per iniziare la “Tigre e il dragone”. Giocattoli in fila sul tappeto. Il dipinto di Caruso mi tiene compagnia e mi ricorda Sorrento. Dove per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino. Mio padre faceva il contrabbandie

Bologna: A casa di Lucio.

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Bologna, 31 gennaio 2021, casa di Lucio Dalla.                          Odore di sigaretta nell’ aria. Accese e mai aspirate. Che strani quei quadri appesi al muro. Arabi, donne, ragazzi. George Weah con una mucca. E quanti ricordi ammassati in una valigia piena di terra. Luce soffusa. Soffitto alto. Una madonna osserva la scena. La macchina da scrivere sembra muoversi. Come l’ esibizionista vicino alla porta.  Lancio le carte sul tavolo. Bestemmio al destino.                          Fotografie su fotografie. Libri su libri.  Il Tapiro, un paio di Telegatti. Altri premi. Il guanto di Padre Pio rinchiuso in una cornice. Chiedo perdono. Poi bevo del vino.  Lucio dovrebbe rincasare a momenti. Lo aspetto nella stanza del cinematografo. “Matrix” è appena terminato. Sta per iniziare la “Tigre e il dragone”. Giocattoli in fila sul tappeto. Il dipinto di Caruso mi tiene compagnia e mi ricorda Sorrento. Dove per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino. Mio padre faceva il contrabban

Sorrento: Le parole di Lucio, l' arte di Jorit.

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Per me Jorit ora può anche non dipingerlo il volto di Lucio Dalla. Perché scegliendo di scrivere sulla parete il testo della canzone "Se fossi un angelo.." ha dato un senso molto più profondo all' opera che verrà. Questo infatti è forse tra i brani più sovversivi del cantautore bolognese. Perché è un pugno in faccia al perbenismo. Un gancio in pieno volto a chi pensa di essere più furbo degli altri. A chi davanti alle persone in difficoltà gira lo sguardo dal lato opposto. A chi indossando una "veste" il giorno della processione, si crede assolto sempre e comunque. Ma "Se fossi un Angelo.." è anche altro. È una sveglia. È un invito a prendere finalmente consapevolezza di stessi. E a lottare per difendere la propria unicità. Contro tutto e tutti. Senza paura. E senza piegarsi. Vada come vada. Pm.😎 #scaccia😎 @peppemarescatuttoattaccato 💣❤️ @jorit #jorit #icoloridilucio #sorrento #scaccia😎 @icoloridilucio #streetart #siamonoi #💣❤️